Può una crisi risultare positiva?
All’interno dei conflitti che caratterizzano una crisi di coppia generalmente vi è la tendenza ad attaccare, fuggire, congelarsi o sottomettersi. Un insieme di emozioni negative, come paura, rabbia, tristezza, indifferenza e senso di colpa, ci spingono a credere che la storia di coppia sia finita. Nemmeno illudersi che l’armonia ci sia ancora aiuta, il vuoto lo si sente pur negandolo.
Come interpretare allora il pensiero “Ma chi me lo fa fare di continuare una storia con lei/lui quando potrei cambiare vita?”
CIÒ CHE UNISCE DIVIDE
Secondo la prospettiva teorica sistemico-relazionale, la scelta del partner viene fatta sulla base di un complesso insieme di caratteristiche dei due membri della coppia che portano con sé storie di vita, famiglie d’origine, contesti di crescita e peculiarità individuali.
Alla base dell’incontro vi è il desiderio di soddisfare due bisogni principali ossia quello di attaccamento-accudimento e quello sessuale, riconoscibili anche come sistemi motivazionali primari. Tramite l’incontro si
crea quindi un sistema di aspettative personali con le quali ogni persona vorrebbe riuscire (attraverso il partner) a compensare bisogni inappagati e conflittualità irrisolte. Entrambi hanno sviluppano nella relazione un miscuglio di speranze, paure,bisogni, difese da pericoli, che i partner si aspettano inconsapevolmente di trattare nel presente (Scabini & Cigoli,2000). L’altro rappresenta così il centro del mondo, l’unica possibilità di
riempire un vuoto fin a quel momento incolmabile.
Nelle coppie, dopo una prima fase di illusione, basata sulla natura irrealistica dell’aspettativa di tale soddisfacimento reciproco, segue una fisiologica conseguenza di delusione. Tale delusione fa iniziare la fase alla disillusione, ossia un passaggio dall’innamoramento all’amore, dove avviene una rinegoziazione della relazione grazie alla quale il partner inizia ad essere visto in maniera più reale nei pregi come nelle imperfezioni.
Se i due membri si impegnano reciprocamente in tale processo, la coppia può rappresentare un’importante occasione, ovvero un modello adulto di intimità, poiché permette di distinguere il presente dal passato. Il partner non rappresenta più quindi una proiezione dei propri bisogni, ma un individuo diverso da sé, da ascoltare e riconoscere nelle sue specifiche esigenze.
Nel mondo della psicologia è consolidato il concetto che davanti a qualsiasi evento critico non sono gli elementi che lo caratterizzano in sé ad essere patogeni o salutogeni, bensì l’interpretazione che ogni individuo da degli stessi liberando o meno una serie di risorse a definirne i possibili esiti.
In quest’ottica delle cose la crisi prende una connotazione evolutivo-dinamica in cui i cosiddetti “eventi critici” vengono concepiti come potenziali attivatori di risorse, stimolo alla ricerca di nuove forme relazionali che si addicono meglio alle mutate condizioni di crescita (Mazzoleni, 2004).